domenica 29 gennaio 2017

«FAKE-NEWS» vs. VERITÀ

Le «fake-news» spopolano sempre più. 
Non sono 100% vere bufale ma più che altro notizie abilmente ritoccate e sottoposte ad un delicatissimo trattamento di maquillage occultando alcuni elementi, camuffandone altri, facendo apparire la notizia per quello che non è. 
Ultimamente esempi di fake-news ce ne sono a iosa.
Ad esempio il caso più eclatante è «il muro di Trump». 


Peccato che quel muro esista già dal 1994 costruito da Bill Clinton (sì l’ex presidente democratico, il marito di Hillary, candidata alla Casa Bianca!) e poi esteso e proseguito nel 2006 da George W. Bush, con l’approvazione del “Secure Fence Act”, (firmato e votato anche da 25 senatori democratici, tra cui –udite, udite!- Hillary Clinton e Barack Obama)
Ma ora che Donald Trump vuole proseguire questa recinzione ai confini con il Messico, tutti gridano “RAZZISTA!1!1”.
Tutto condito con l'astio reiterato per Donald Trump. 

Il presidente U.S.A. azzera le sovvenzioni statali all’abortificio di «Planned Parenthood»? Silenzio. 

Il vice presidente americano Mike Pence partecipa alla «March of life», manifestazione anti-abortista che si tiene annualmente a Washington in occasione dell'anniversario della sentenza “Roe vs Wade” con cui il 22 gennaio 1974 la Corte Suprema legalizzò l'interruzione di gravidanza? Silenzio!
«La vita vince di nuovo in America. Oggi è la celebrazione di questo progresso (…) -annuncia Pence- è evidente la presenza di una maggioranza “pro-life” nel Congresso degli Stati Uniti d'America», ma su queste parole grava un silenzio tombale anche da parte di Avvenire (il quotidiano della CEI!) e di molte associazioni cattoliche. 

Trump elabora un decreto per migliorare i controlli su visti e immigrati ed evitare l'arrivo di jihadisti e terroristi garantendo corsie preferenziali per i cristiani? 
Trump per i media è populista, anti-islamico e razzista. 
Peccato che il testo dell'ordine esecutivo non citi gli islamici e metta al bando solo «coloro che sostengono ideologie violente anziché la legge americana». 
Nel firmarlo Trump parla della necessità di «tenere islamisti radicali e terroristi fuori dagli Stati Uniti. Non ammetteremo nel paese chi minaccia i nostri soldati che combattono all'estero». E i media muti! 
Nulla a che vedere quindi con il razzismo e la discriminazione religiosa.  
La revoca dei visti non riguarda i «mussulmani», ma i cittadini di sette Paesi (Irak, Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia, Yemen) dove la presenza di Al Qaida e dello Stato Islamico è assolutamente documentata. L'unica eccezione riguarda il Sudan, il cui presidente Omar al Bashir è ricercato dalla Corte internazionale per genocidio e crimini di guerra.

Ma le fake-news sono ad ampio raggio. Non conoscono confini geografici!
Tutti abbiamo letto sui social «la Russia depenalizza le violenze domestiche, si potranno liberamente picchiare mogli e figli».
E tutti pronti a clikkare "mi piace".
Peccato che anche qui la notizia vada scovata su internet eliminando un cumulo di menzogne sotto le quali i media hanno nascosto bene la notizia.
E scopri così che lo scorso luglio la Duma, il parlamento russo, ha votato una legge durissima contro le violenze domestiche.
Scopri anche che la legge precedente prevedeva, per chi commetteva un atto violento “entro le mura domestichepene superiori a quelle contro chi commetteva lo stesso atto “fuori dalle mura domestiche”. Ed è per questo che è stato approvato un emendamento alla legge che equipara le pene per lo stesso atto compiuto dentro o fuori casa.
Chi darà un pugno alla moglie andrà in galera e subirà la stessa pena di chi dà un pugno per strada alla moglie di un altro.

Però c’è sempre –sempre –ben nascosta nei media– l’irrefrenabile voglia di ergersi a "opinion makers"… emulando il Marchese del Grillo che affermava «io so' io, e voi 'un siete un *****!!»

lunedì 23 gennaio 2017

QUANDO UN PRESIDENTE PARLA ALLA NAZIONE COL CUORE

Ci sono frasi che ogni cittadino vuol sentire pronunciare dai propri governanti, frasi sul senso di appartenenza alla propria nazione, frasi di incoraggiamento, frasi come «affronteremo insieme delle sfide, faremo i conti con momenti di difficoltà, ma ci riusciremo». 
Frasi che mettono al centro la propria nazione fatta da persone non da istituzioni, frasi come «oggi stiamo trasferendo il potere dalla sede istituzionale e lo stiamo restituendo a voi, popolo». 
Frasi che danno consapevolezza ad una nazione come «per troppo tempo, un piccolo gruppo nella capitale della nostra nazione ha fatto propri i benefici del governo, mentre il popolo ne pativa i costi»
Frasi che sottolineano che i posti di lavoro vengono meno e le fabbriche chiudono perché sistema protegge se stesso, non i cittadini del proprio Paese.
«Perché da oggi il popolo è tornato a essere sovrano in questo Paese (…) Riporteremo in patria i nostri posti di lavoro. Ripristineremo i nostri confini. Riporteremo in patria le nostre ricchezze. E faremo tornare i nostri sogni». 
Queste sono le frasi che avrei sempre voluto sentire dal presidente o da qualche capo di governo del mio paese. 
Quel senso di appartenenza, quel (ri)mettere al centro il popolo, (e non in senso populistico melenso tipico dei nostri politicanti!) quel «restituire» al popolo la sovranità che spetta loro.
Frasi che mi facciano sentire orgoglioso di essere italiano, frasi che mi facciano sentire partecipe di appartenere alla mia nazione.Vorrei sentire pronunciare anche dal mio presidente che «è arrivato il momento dell'azione: non lasciate che nessuno vi dica che è impossibile». 
Queste frasi il 45° presidente degli Stati Uniti d’America, Donald J. Trump, il 20 gennaio 2017 le ha pronunciate (con buona pace di molti giornalisti che in tv hanno commentato –masticando e rosicchiando il proprio fegato condito con bile!- tutt’altro che oggettivamente questo evento. In particolare ricordo la corrispondente di un TG delle reti pubbliche che sottolineava che “Trump sarà un presidente che chiuderà l’America in se stessa e penserà solo ai suoi cittadini”.
Beh ti pare poco!
Forse le è sfuggito che Donald J. Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America non dell’Universo. 
Ma quella è tutta un’altra storia
.Il popolo Americano può scegliere il proprio presidente e l'ha fatto. 
Noi Italiani ancora attendiamo di poter esprimerci. 
God bless America (...and her new President!)